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      Infatti, a lato di questa corrente individualista, noi vediamo in tutta la storia moderna la tendenza a ritenere da una parte ciò che rimane del parziale comunismo dell'antichità, e dall'altra a ristabilire il principio comunista in mille e mille manifestazioni della vita.
      Da quando i Comuni del decimo, undecimo e dodicesimo secolo, riuscirono a emanciparsi dalla signoria laica o religiosa, diedero immediatamente una grande estensione al lavoro in comune, al consumo in comune.
      La città - e non già i particolari - noleggiava bastimenti e spediva le sue carovane per il commercio lontano, dei cui benefizii godevano tutti, e non alcuni individui soltanto; la città acquistava anche le provviste per i suoi abitanti. Le tracce di queste istituzioni si son conservate sino al diciottesimo secolo, e i popoli ne custodiscono piamente la memoria nelle loro leggende.
      Tutto questo è scomparso. Ma il comune rurale lotta ancora per mantenere le ultime vestigia di questo comunismo, e vi riesce fintantochè lo Stato non intervenga a gettar nella bilancia la sua spada assai pesante.
      Nello stesso tempo nuove organizzazioni basate sullo stesso principio: «a ciascuno secondo i proprii bisogni» sorgono sotto mille aspetti diversi: imperocchè, senza una tal quale dose di comunismo, anche le società attuali non potrebbero vivere. Malgrado il giro strettamente egoista dato agli spiriti dalla produzione mercantile, la tendenza comunistica si rivela ad ogni momento e penetra nelle nostre relazioni sotto tutte le forme.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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