Pagina (55/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Lā, dove non ci saranno miserabili, non ci saranno pių ricchi per sfruttarli.
      Osservate un poco il medio evo, quando cominciano a sorgere le grandi fortune.
      Un barone feudale ha fatto man bassa su di una fertile vallata. Ma finchč questa campagna non sia popolata, il nostro barone non č punto ricco. La sua terra non gli rende nulla: tanto varrebbe il possedere dei beni nella luna. Che cosa farā il nostro barone per arricchirsi? Cercherā dei contadini.
      Perō, se ogni agricoltore avesse un pezzo di terra libero da ogni canone o imposta; se avesse, inoltre, gli attrezzi ed il bestiame necessario per coltivarlo, chi vorrebbe dunque andare invece a dissodare le terre del barone? Ognuno rimarrebbe in casa sua. Ma vi sono intere popolazioni di miserabili. Molti sono stati rovinati dalle guerre, dalle carestie, dalle epidemie; essi non hanno nč cavallo, nč aratro. (Il ferro era costoso nel medio evo, pių costoso ancora del cavallo da fatica).
      Tutti i miserabili aspirano a migliorare le proprie condizioni. Un giorno vedono sulla via, all'estremitā delle terre del nostro barone, un palo il quale indica con certi segni comprensibili, che il lavoratore il quale verrā a stabilirsi su quelle terre riceverā, insieme col terreno, gli strumenti e i materiali per costruir la sua capanna, seminare il suo campo, senza alcun canone durante un certo numero d'anni. Questo numero di anni č segnato sul palo-frontiera con altrettante croci, e il contadino comprende che cosa significhino quelle croci.
      E allora i miserabili affluiscono sulla terra del barone, e vi aprono strade, vi prosciugano le paludi, vi creano villaggi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282