Che altri si permettano il lusso di affibbiarsi tanti galloni quanti le loro maniche ne possono contenere! Che altri, finalmente, declamino sulle libertà politiche!...
Il compito che spetta a noi, sarà di fare in maniera che sin dai primi giorni della Rivoluzione, finchè essa durerà, non vi sia un solo uomo sul territorio insorto che manchi di pane; non una sola donna che sia costretta di attendere dinanzi al forno per ottenere, come un'elemosina, un pane di crusca; non un solo fanciullo che manchi del necessario per la sua debole costituzione.
L'idea borghese è stata quella di perorare sui grandi principii, o, per meglio dire, sulle grandi menzogne. L'idea popolare sarà quella che tenderà ad assicurare il pane per tutti. E, nel mentre che i borghesi e i lavoratori imborghesiti si atteggeranno a grandi uomini nelle loro conventicole parlamentari, nel mentre che «la gente pratica» discuterà a non più finirla sulle forme di governo, noi, «gli utopisti», dovremo pensare al pane quotidiano.
Noi abbiamo l'audacia di affermare che ognuno deve e può mangiare sino a satollarsi, e che soltanto coll'assicurare il pane a tutti la Rivoluzione vincerà.
II.
Noi siamo degli utopisti, - lo si sa. E tanto utopisti, infatti, che spingiamo la nostra utopia sino ad ammettere che la Rivoluzione dovrà e potrà garantire a tutti l'alloggio, il vitto ed i vestiti, - ciò che dispiace moltissimo ai borghesi rossi e turchini, - perchè essi sanno perfettamente che un popolo il quale mangiasse a suo piacimento, molto difficilmente si lascierebbe dominare.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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