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      Ma d'altra parte vi sarà aumento della produzione, dacchè il coltivatore non sarà più costretto a lavorare per mantenere gli oziosi. Nuovi lembi di terra saranno dissodati e macchine più perfette saranno messe in uso. - «Mai fu un lavoro così vigoroso come quello del 1792, quando il contadino ebbe ripreso al signore la terra che da lungo tempo bramava», - ci dice lo storico Michelet, parlando della Grande Rivoluzione.
      Fra poco la coltura intensiva diventerà accessibile ad ogni coltivatore, quando la macchina perfezionata e i concimi chimici ed altre cose saranno messi a disposizione della comunità. Ma tutto ci fa credere che, in sul principio, vi potrà essere diminuzione nella produzione agricola in Francia, come anche altrove.
      Il partito più saggio, in ogni caso, sarebbe quello di contare su di una diminuzione delle importazioni, tanto all'interno che all'esterno. Come supplire a questo vuoto?
      Per bacco! mettendoci da noi stessi a colmarlo. Inutile di cercar la luna nel pozzo e voler l'impossibile, quando la soluzione del problema è semplice.
      Bisogna che le grandi città coltivino la terra, non meno delle campagne. Bisogna ritornare a ciò che la biologia chiamerebbe «l'integrazione delle funzioni». Dopo aver diviso il lavoro, bisogna «integrare»: è l'andamento seguito in tutta la natura.
      Del resto - filosofia a parte - ci si sarà costretti dalla forza delle cose. Che Parigi si avveda che in capo ad otto mesi si troverà a corto di grano, - e Parigi lo coltiverà.
      La terra?... Ma essa non manca.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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