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      Il valore di una casa in alcuni quartieri di Parigi è di un milione, non già perchè essa contenga nelle sue mura per un milione di lavoro: ma perchè essa è situata in Parigi; perchè, da secoli, gli operai, gli artisti, i pensatori, i dotti e i letterati hanno contribuito a far di Parigi ciò che oggigiorno ci riempie di ammirazione per la città grandiosa: un centro industriale, commerciale, artistico, politico, scientifico; perchè questa città ha un passato; perchè le sue strade, grazie alla letteratura, son conosciute in provincia come all'estero; perchè Parigi è un prodotto del lavoro di diciotto secoli, di una cinquantina di generazioni di tutta la nazione francese.
     
      Chi ha dunque il diritto di appropriarsi la minima parte di questo terreno o l'ultima fra le costruzioni edificatevi sopra, senza commettere la più stridente ingiustizia? Chi dunque ha il diritto di vendere a chicchessia la minima particella del patrimonio comune?
      In quest'ordine d'idee, noi diciamo, l'accordo tra i lavoratori si stabilisce facilmente. L'idea dell'alloggio gratuito ben si manifestò durante l'assedio di Parigi, quando si domandava l'annullamento puro e semplice delle pigioni richieste dai proprietari. E si manifestò ancora durante la Comune del 1871, quando Parigi operaia aspettava dal Consiglio della Comune una decisione virile riguardo all'abolizione degli affitti. E sarà ancora la prima preoccupazione del povero, non appena la Rivoluzione sarà scoppiata.
      In tempo di rivoluzione, o no, occorre al lavoratore un ricovero, un alloggio.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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