VIE E MEZZI
I.
Se una società, città o territorio, vuole assicurare a tutti i suoi abitanti il necessario, (e noi vedremo in seguito come la concezione del necessario possa estendersi sino al lusso), sarà forzatamente indotta a impadronirsi di tutto ciò che è indispensabile per produrre, cioè del suolo, delle macchine, delle officine, dei mezzi di trasporto, ecc. Essa non mancherà di espropriare gli attuali possessori del capitale, per restituirlo alla comunità.
Infatti, ciò che si rimprovera all'organizzazione borghese, è non solo l'accaparramento da parte del capitalista di una grande parte dei benefici di ogni intrapresa industriale e commerciale, ciò che gli permette di vivere senza lavorare; la principale accusa, come l'abbiamo già notato, è che tutta la produzione ha preso una direzione assolutamente falsa, poichè essa non si compie nella mira di assicurare il benessere a tutti. E in questo consiste la sua condanna.
E, ciò che più importa, si è ch'egli è impossibile che la produzione mercantile sia fatta a vantaggio di tutti. Pretender ciò sarebbe come chiedere al capitalista di uscir dalle sue attribuzioni, e di compiere una funzione ch'egli «non può» fare senza cessare di essere ciò che è, cioè un intraprenditore privato, che tende al proprio arricchimento. L'organizzazione capitalista, basata sull'interesse personale di ogni intraprenditore, preso separatamente, ha dato alla società tutto ciò che se ne poteva sperare: ha accresciuto la forza produttiva del lavoratore. Profittando della rivoluzione operatasi nell'industria per mezzo del vapore, del pronto sviluppo della chimica e della meccanica, e delle invenzioni del secolo, il capitalista si è dedicato, nel suo stesso interesse, ad accrescere il prodotto del lavoro umano, e vi è riuscito in larghissima misura.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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