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      Donde dovrebb'essa, infatti, venire? Una grande idea può solo ispirare l'arte. L'arte è nel nostro ideale sinonimo di creazione, e deve avere gli sguardi sempre fissi innanzi; ma salvo alcune rare, molto rare eccezioni, l'artista di professione rimane troppo ignorante, troppo borghese per intravvedere i nuovi orizzonti.
      Questa ispirazione, d'altronde, non può sprigionarsi dai libri: essa dev'essere attinta dalla vita, e la società attuale non può darla.
      I Raffaello e i Murillo dipingevano in un'epoca in cui la ricerca d'un nuovo ideale si adattava ancora colle vecchie tradizioni religiose, dipingevano per decorare le grandi chiese che, anch'esse, rappresentavano l'opera pia e devota di più generazioni. La basilica col suo aspetto misterioso, la sua grandezza che la collegava alla vita stessa della città, poteva ispirare il pittore. Egli lavorava per un monumento popolare: s'indirizzava ad una folla, e ne riceveva in compenso l'ispirazione. Ed egli le parlava nello stesso senso che ad esso parlavano la navata, i pilastri, le vetrate dipinte, le statue e le porte scolpite.
      Oggi il più grande onore al quale il pittore aspira, è quello di veder la sua tela incorniciata di legno dorato e attaccata alla parete di un museo - una specie di bottega da rigattiere dove si vedrà, come si vede a Madrid, al Prado, l'«Ascensione» del Murillo accanto al «Mendicante» di Velasquez ed ai «Cani» di Filippo II. Povere statue greche le quali «vivevano» nelle acropoli delle loro città, ed ora soffocano sotto le tende di tela rossa al Louvre!


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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