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      Quando uno scultore greco scolpiva il suo marmo, cercava di riprodurre lo spirito e il cuore della cittą. Tutte le sue passioni, tutte le sue tradizioni di gloria dovevano rivivere nell'opera. Ma oggi la cittą «una» ha cessato di esistere. Non vi č pił comunione di idee. La cittą odierna non č che un'accozzaglia occasionale di persone che non si conoscono, che non hanno alcun interesse generale, salvo quello di arricchirsi a spese gli uni degli altri; la patria non esiste... Qual patria possono avere in comune il banchiere internazionale ed il cenciaiuolo?
      Solamente allorquando una cittą, un territorio, una nazione o un gruppo di nazioni avran riacquistato la loro unitą nella vita sociale, l'arte potrą attingere la sua ispirazione nell'«idea comune» della cittą o della federazione. Allora l'architetto concepirą il monumento della cittą, che non sarą pił nč un tempio, nč una prigione, nč una fortezza; allora il pittore, lo scultore, il cesellatore, l'ornatista ecc. sapranno dove collocare le loro tele, le loro statue e le decorazioni, tutti attingendo la loro forza d'ispirazione dalla medesima sorgente vitale, e tutti procedendo gloriosamente verso l'avvenire.
      Ma sino ad allora, l'arte non farą che vegetare.
      Le migliori tele dei pittori moderni sono ancora quelle in cui si riproduce la natura, il villaggio, la vallata, il mare coi suoi perigli, la montagna coi suoi splendori. Ma in qual modo potrą il pittore riprodurre la poesia del lavoro campestre, se non l'ha che contemplata, immaginata, non mai gustata egli stesso?


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282