Ma quel che c'importa, non è di ricevere esempi da imitare ciecamente, e che del resto la società attuale non potrebbe fornirci. Ciò che ci abbisogna si è di mostrare come, malgrado l'individualismo autoritario che ci soffoca vi è sempre, nell'insieme della nostra vita, un campo vastissimo, nel quale non si agisce che per mezzo del libero accordo; e che è molto più facile di quel che non si creda di fare a meno del governo.
In appoggio della nostra tesi noi abbiamo già citato le strade ferrate, e ci ritorneremo sopra ancora.
Si sa che l'Europa possiede una rete di strade ferrate di 300.000 chilometri, e che oggi si può circolare su questa rete, dal nord al sud, da levante a ponente, da Madrid a Pietroburgo, da Calais a Costantinopoli, senza subire fermate, senza nemmeno cambiar di carrozza, (quando si viaggia in treni espressi). Meglio ancora: un pacco spedito in una stazione anderà a raggiungere il destinatario non importa dove, in Turchia o nell'Asia Centrale, senza altra formalità per lo speditore, che quella di scrivere il luogo di destinazione sopra un pezzo di carta.
Questo risultato si poteva ottenere in due modi. O che un Napoleone, un Bismarck, un potentato qualunque avesse conquistato l'Europa, e da Parigi, da Berlino, da Roma, avesse tracciato sopra una carta le direzioni delle linee ferroviarie, e ne avesse regolato l'andamento. L'idiota coronato, Nicola I di Russia, sognò di agire così. Quando gli furono presentati dei progetti di strade ferrate tra Mosca e Pietroburgo, prese una riga e tracciò una linea diretta tra queste due capitali, dicendo: «Ecco il percorso». E la strada ferrata si fece in linea diretta colmando torrenti, innalzando ponti vertiginosi che si dovettero poi abbandonare in capo a qualche anno, e costando dai due ai tre milioni in media per chilometro.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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