Questi esempi hanno il loro lato difettoso, imperocchè è impossibile di citare una sola organizzazione che sia immune dallo sfruttamento del debole per opera del forte, del povero per opera del ricco. Per questo gli statisti non mancheranno di dirci certamente, con la logica che loro si riconosce: «Voi vedete bene che l'intervento dello Stato è necessario per mettere fine a questo sfruttamento!»
Solamente, dimenticando le lezioni della storia, non ci diranno sino a qual punto lo Stato ha contribuito ad aggravare questo stato di cose, creando il proletariato e dandolo nelle mani degli sfruttatori. E dimenticheranno anche di dirci se sia impossibile di far cessare lo sfruttamento, fintantochè le sue cause prime - il Capitale individuale e la miseria, creata artificialmente per i due terzi dallo Stato, - continuino a sussistere.
È da prevedersi che, a proposito del completo accordo fra le compagnie ferroviarie, ci si dica: «Non vi accorgete dunque come le compagnie ferroviarie angariano e maltrattano i loro impiegati e i viaggiatori stessi? Bisogna pure che lo Stato intervenga per proteggere il pubblico!»
Ma non abbiamo noi detto e ripetuto tante volte che fintantochè vi saranno capitalisti, questi abusi di potere si perpetueranno? È precisamente lo Stato, - questo preteso benefattore, - che ha dato alle compagnie questa terribile potenza ch'esse possiedono oggi. Non ha desso creato le concessioni, le garanzie? Non ha desso mandato le sue truppe contro i ferrovieri in isciopero? E, in sul principio, (e ciò si verifica ancora in Russia), non ha esso esteso il privilegio sino a proibire alla stampa di narrare gli accidenti ferroviari, per non deprezzare le azioni che aveva garantite?
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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