Erano associazioni libere, sorte dai bisogni stessi della navigazione. Il passaggio dei battelli si faceva seguendo un certo ordine d'iscrizione; tutti si seguivano per turno. Nessuno doveva sorpassare gli altri sotto pena di venire escluso dal sindacato. Nessuno rimaneva più di un certo numero di giorni nei porti d'imbarco, e se, durante questo tempo, non trovava merci da caricare, tanto peggio per lui; se ne partiva vuoto, cedendo il posto ai nuovi arrivati. Ogni ingombro era in tal modo evitato, anche quando la concorrenza degl'intraprenditori, - conseguenza della proprietà individuale - perdurava ancora. Sopprimete questa, e l'accordo sarà anche più cordiale, più equo per tutti.
S'intende che il proprietario di ogni battello poteva aderire o no, al sindacato. Era affar suo; ma la maggior parte preferivano farvi adesione. Del resto i sindacati offrono così grandi vantaggi che si sono diffusi sul Reno, sul Weser, sull'Oder sino a Berlino. I battellieri non hanno aspettato che Bismarck annettesse l'Olanda alla Germania, e nominasse un «Ober-Haupt-General-Staats-Canal-Navigations-Rath» con un numero di galloni corrispondente alla lunghezza del titolo. Essi invece han preferito d'intendersi internazionalmente. Meglio ancora: molti velieri che fanno il servizio tra i porti tedeschi e quelli della Scandinavia, nonchè della Russia, hanno aderito pure a quei sindacati, per regolare il traffico sul mar Baltico e introdurre una certa armonia in quel va e vieni di battelli. Sorte liberamente, reclutando i loro aderenti volontari, queste associazioni non hanno nulla a che fare con i governi.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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