Si potrebbero menzionare anche le caccie comunali delle tribù nomadi, e il numero infinito d'intraprendenze collettive condotte bene a termine. E dapertutto si constaterebbe la superiorità incontrastabile del lavoro comunale, paragonato a quello del salariato o del semplice proprietario.
Il benessere, cioè la soddisfazione dei bisogni fisici, artistici e morali, e la sicurezza di questa soddisfazione, sono sempre stati lo stimolo più potente al lavoro. E dove il salariato arriva appena a produrre lo stretto necessario, il lavoratore libero, il quale vede crescere il lusso e l'agiatezza per sè e per gli altri in ragione dei suoi sforzi, spiega molto maggiore energia ed intelligenza, ed ottiene prodotti di prim'ordine molto più abbondanti. L'uno si sente inchiodato alla sua miseria; l'altro può sperare nell'avvenire agi e godimenti.
Tutto il segreto è qui. Per questo una società, la quale mirerà al benessere di tutti e alla possibilità per tutti di goder la vita in tutte le sue manifestazioni, produrrà un lavoro volontario infinitamente superiore o ben più considerevole della produzione ottenuta sino all'epoca attuale, sotto il pungolo della schiavitù, del servaggio e del salariato.
II.
Chiunque può oggi scaricarsi su altri di un lavoro indispensabile all'esistenza, si affretta di farlo, ed è ammesso che sia sempre così.
Ora, il lavoro indispensabile all'esistenza, è essenzialmente manuale. Noi abbiamo un bell'essere artisti, scienziati; nessuno di noi può fare a meno dei prodotti ottenuti col lavoro delle braccia: pane, abiti, strade, bastimenti, luce, calore, ecc.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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