Oggi, la prospettiva della fame costringe i più refrattari ad andar cogli altri. Colui il quale non va al lavoro all'ora stabilita, è licenziato. Ma basta una pecora rognosa per infettare il branco, e tre o quattro operai indolenti o recalcitranti basteranno per sviare tutti gli altri, e introdurre nell'officina lo spirito di disordine e di rivolta che rende impossibile il lavoro; di maniera che, alla fin dei conti, si sarà obbligati a ritornare a un sistema coercitivo che obblighi gli agitatori a rientrar nelle file. Ebbene, il solo sistema che permetta di esercitar questa costrizione, senza urtare i sentimenti dei lavoratori, non è quello della rimunerazione, secondo il lavoro compiuto? Imperocchè ogni altro mezzo implicherebbe l'intervento continuo di un'autorità che ripugnerebbe presto all'uomo libero»!
Ecco, crediamo noi, l'obbiezione in tutto il suo vigore.
Essa rientra, lo si vede, nella categoria dei ragionamenti, per mezzo dei quali si cerca di giustificare lo Stato, la legge penale, il giudice e il carceriere.
«Poichè vi è della gente - una debole minoranza - la quale non si sottomette alle usanze socievoli, dicono gli autoritari, bisogna bene mantenere lo Stato, per quanto costoso esso sia, l'autorità, il tribunale e la prigione, benchè queste istituzioni divengano esse stesse una sorgente di mali nuovi di ogni specie».
Così noi potremo limitarci a rispondere ciò che abbiamo ripetuto tante volte a proposito dell'autorità in generale: «Per evitare un male possibile, voi siete ricorsi a un mezzo che è, in se stesso, il più gran male, e che diventa la fonte di quegli stessi abusi, ai quali volete rimediare.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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