«Dalle mille e duecento alle mille e cinquecento ore di lavoro all'anno in uno dei gruppi che producono gli alimenti, i vestiti e l'alloggio, oppure si dedicano all'igiene pubblica, ai trasporti, ecc., è tutto ciò che vi domandiamo per garantirvi tutto ciò che questi gruppi producono o hanno prodotto. Ma se nessuno delle migliaia di gruppi della nostra federazione non vuole accettarvi, - qualunque ne sia il motivo, - se voi siete assolutamente incapace di produrre qualsiasi cosa utile, o se vi ricusate di farlo, ebbene vivete come un isolato o come un ammalato. Se noi siamo abbastanza ricchi da non rifiutarvi il necessario, noi saremo felici di procurarvelo. Voi siete uomo, ed avete il diritto di vivere. Ma, giacchè volete collocarvi in condizioni speciali ed uscir dalle nostre file, è più che probabile che ve ne risentiate nelle vostre relazioni quotidiane con gli altri cittadini. Vi si considererà come uno spettro della società borghese, a meno che degli amici, scoprendo in voi un genio, non vi liberino da ogni obbligazione morale verso la società, compiendo per voi il lavoro necessario alla vita.
«E se finalmente ciò non vi piace, andate a cercare altrove, attraverso il mondo, altre condizioni. Oppure trovate degli aderenti, e costituite con loro altri guppi che si organizzino su nuovi principi. Noi preferiamo i nostri».
Ecco ciò che potrebbe farsi in una società comunista, se gl'infingardi vi divenissero così numerosi da doversene guardare.
IV.
Ma noi dubitiamo molto che vi sia motivo da temere questa eventualità in una società realmente basata sulla libertà intera dell'individuo.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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