Se fossero infingardi, non esisterebbero più già da lungo tempo e sarebbero scomparsi dalla scena del mondo.
In una società che richiedesse loro soltanto quattro o cinque ore di lavoro utile, gradevole, igienico, essi compirebbero perfettamente questo lavoro, e non subirebbero certo, senza riformarle, le condizioni orribili nelle quali essi oggi mantengono il lavoro. Se un Pasteur(27) avesse passato soltanto cinque ore nelle fogne parigine, credete pure ch'egli avrebbe trovato presto il mezzo di renderle non meno salubri del suo laboratorio batteriologico.
Quanto alla poltroneria dell'immensa maggioranza dei lavoratori, non vi sono che economisti e filosofi per poterne parlare.
Parlatene ad un industriale intelligente, e vi dirà che se i lavoratori si mettessero soltanto in capo di essere poltroni, si dovrebbero chiudere tutte le officine; imperocchè nessun provvedimento di severità, nessun sistema di spionaggio gioverebbe a nulla. Bisognava vedere, qualche inverno fa, il terrore provocato fra gli industriali quando alcuni agitatori si diedero a predicare la teoria del «co-canny», «a cattiva paga, cattivo lavoro; non vi scalmanate a lavorare, e guastate tutto ciò che potete!». «Si demoralizza il lavoratore, si vuole uccidere l'industria!» gridavano coloro stessi che una volta tuonavano contro la immoralità dell'operaio e la cattiva qualità dei suoi prodotti. Ma se il lavoratore fosse quale lo dipingono gli economisti, cioè il pigro che bisogna sempre minacciare di licenziar dallo stabilimento, che significherebbe questa parola «demoralizzazione»?
| |
La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
|
|
Pasteur
|