Per quanto concerne il governo sedicente rappresentativo, noi ne abbiamo spesso parlato. Ci pare assolutamente incomprensibile che uomini intelligenti - e il partito collettivista non ne fa difetto - possano rimaner partigiani dei parlamenti nazionali o municipali, dopo tutte le lezioni che la storia ci ha fornito a questo riguardo, in Francia come in Inghilterra, in Germania, in Svizzera come negli Stati Uniti.
Mentre da ogni parte noi assistiamo allo sfacelo del parlamento, e da ogni lato sorge la critica ai «principii stessi» del sistema, - non più soltanto delle sue applicazioni, - come può mai accadere che dei socialisti rivoluzionari difendano questo sistema condannato a morire?
Elaborato dalla borghesia per far fronte alla monarchia, ed insieme per accrescere il suo dominio sui lavoratori, il sistema parlamentare, è, per eccellenza, la forma del regime borghese. I fautori di questo sistema non hanno mai sostenuto seriamente che un parlamento o un consiglio nazionale rappresenti la nazione o la città; i più intelligenti fra essi sanno che ciò è impossibile.
Per mezzo del regime parlamentare la borghesia ha cercato semplicemente di opporre una diga alla monarchia, senza concedere la libertà al popolo. Ma a mano a mano che il popolo diventa più cosciente dei suoi interessi e che la varietà di questi interessi si moltiplica, il sistema non può funzionare. Così inutilmente i democratici di ogni paese ricorrono ai palliativi per curare il male. Si prova il «referendum» e si constata che non vale nulla; si parla di rappresentanza proporzionale, di rappresentanza delle minoranze, - altre utopie parlamentari.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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