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      E, per conservare questa proprietà, i buoni di lavoro farebbero benissimo il loro interesse.
      Purchè il buono di lavoro possa essere scambiato con gioielli e vetture, il proprietario della casa l'accetterà volentieri come prezzo d'affitto. E finchè la casa abitata, il campo e l'officina apparterranno a proprietari isolati, si dovrà per forza pagarli in una maniera qualunque, per lavorare nei loro campi, o nelle loro officine, e abitare nelle loro case. Si sarà ugualmente costretti a pagare il lavoratore in oro, in carta-moneta o in buoni di lavoro scambiabili contro ogni specie di mercanzia.
      Ma come si può difendere questa nuova forma del salariato - il buono di lavoro - se si ammette che la casa, il campo e l'officina non sono proprietà privata, ma appartengono invece al comune o alla nazione?
     
     
      II.
     
      Esaminiamo più da vicino questo sistema di retribuzione del lavoro, vantato dai collettivisti francesi, tedeschi, inglesi e italiani(29).
      Esso si riduce presso a poco a questo: Tutti lavorano nei campi, nelle officine, nelle scuole, negli ospedali, ecc. La giornata di lavoro è regolata dallo Stato, al quale appartengono la terra, le officine, le vie di comunicazione, ecc. Ogni giornata di lavoro è scambiata contro un «buono di lavoro» che porti scritto, facciamo conto: «otto ore di lavoro». Con questo «buono» l'operaio può procurarsi, nei magazzini dello Stato e delle diverse corporazioni, ogni specie di merce. Il buono è divisibile in maniera che si può acquistare per un'ora di lavoro di carne per dieci minuti di fiammiferi, oppure per una mezz'ora di tabacco.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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