E si affrettano a «mitigare» il loro principio. «Ma certamente, essi dicono, la società nutrirà ed alleverà i suoi figli! Ma sì, essa assisterà i vecchi e gl'infermi! Ma senza dubbio, i «bisogni» saran la misura delle spese che la società s'imporrà per temperare il principio dell'opera richiesta a ciascuno».
Ma che cosa? La carità, dunque! - La carità, sempre la carità cristiana, organizzata questa volta dallo Stato.
Migliorare l'ospizio dei trovatelli, organizzare l'assicurazione contro la vecchiaia e le malattie, - e il principio sarà mitigato! - «Ferire per guarire poi». Non escono mai da questa teoria.
Così dunque, dopo aver negato il comunismo, dopo aver riso allegramente della formula «a ciascuno secondo i propri bisogni», i grandi economisti debbono accorgersi di aver dimenticato qualche cosa - i bisogni dei produttori. E si affrettano a riconoscerli. Soltanto, è lo stato che deve apprezzarli; appartiene allo stato il verificare se i bisogni non siano sproporzionati alle opere.
Lo stato farà l'elemosina. Da ciò alla legge dei poveri e alla casa di lavoro (workhouse) inglese, non corre che un passo.
Non corre che un sol passo, perchè anche questa società matrigna, contro la quale ci ribelliamo, si è pur vista costretta a «mitigare» il suo principio d'individualismo; anch'essa ha dovuto far concessioni in senso comunista e sotto la medesima forma di carità.
Anch'essa distribuisce pranzi ad un soldo per prevenire il saccheggio delle sue botteghe. Anch'essa edifica ospedali - spesso pessimi, ma talvolta splendidi - per prevenire le stragi delle malattie contagiose.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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Stato
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