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      Anch'essa, dopo di non aver pagato che le ore di lavoro, raccoglie i figli di coloro che ha ridotto all'ultima miseria. Anch'essa tien conto dei bisogni - per mezzo della carità.
      La miseria, dicemmo altrove, fu la prima ragione delle ricchezze. Essa creò il primo capitalista. Imperocchè, prima di accumulare il «plus-valore» di cui piace tanto parlare, bisognava pure che vi fossero dei miserabili, i quali acconsentissero a vendere la loro forza di lavoro per non morir di fame. La miseria ha creato i ricchi. E se i progressi ne furono rapidi nel corso del medio evo, egli è perchè le invasioni e le guerre che seguirono la formazione degli Stati, e l'arricchimento in Oriente dovuto allo sfruttamento, spezzarono i legami che univano una volta le comunità agrarie ed urbane e le condussero a proclamare, in vece e luogo della solidarietà da esse altre volte praticata, questo principio del salariato, così caro agli sfruttatori.
      E sarebbe questo principio che dovrebbe sortir dalla Rivoluzione, e che si osa chiamare col nome di «Rivoluzione Sociale», questo nome così caro agli affamati, ai sofferenti, agli oppressi?
      No, questo non accadrà. Perchè il giorno in cui le vecchie istituzioni crolleranno sotto la scure dei proletari, si sentiranno delle voci gridare: «Pane, casa e agiatezza per tutti»
      E queste voci saranno ascoltate, e il popolo si dirà: «Cominciamo col soddisfare la sete di vivere, di godere, di esser liberi che noi non abbiamo mai potuto calmare. E quando avran tutti gustato di questa felicità, ci metteremo all'opera: demolizione delle ultime vestigia del regime borghese, della sua morale attinta nei libri di contabilità, della sua filosofia del «dare» e dell'«avere» delle sue istituzioni del mio e del tuo.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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