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      Un certo numero di giornate di lavoro basterebbe per procurare a una famiglia di sette o otto persone una graziosa casetta ariosa, ben disposta e illuminata a luce elettrica.
      Ma i nove decimi degli europei non hanno mai posseduto una dimora salubre, perchè in ogni tempo l'uomo del popolo dovette lavorare alla giornata, quasi continuamente, per soddisfare i bisogni dei suoi governanti, e non ha mai avuto il sopravvanzo necessario, in tempo e in denaro, per costruire o far costruire la casa dei suoi sogni. Ed egli non avrà casa e abiterà in un tugurio, finchè le condizioni attuali non siano cambiate.
      Noi procediamo, come si vede, in senso contrario agli economisti i quali perpetuano le pretese «leggi» della produzione e facendo il conto delle case che «si edificano» ogni anno, dimostrando, colla statistica alla mano, che le case nuove edificate, non essendo sufficienti per soddisfare tutte le richieste, i nove decimi degli europei «debbono» abitare in tuguri.
      Passiamo all'alimentazione. Dopo di aver enumerato i benefici della divisione del lavoro, gli economisti pretendono che questa divisione esige che gli uni si applichino all'agricoltura e gli altri all'industria manifatturiera. Tanto essendo prodotto dagli agricoltori e tanto dagli operai, lo scambio effettuandosi in una data maniera, essi analizzano la vendita, il profitto, il prodotto netto o il plus-valore, il salario, le imposte, la banca e via di seguito.
      Ma, dopo di averli seguiti sino a questo punto, noi non siamo per questo più progrediti, e se noi domandiamo loro: «Come avviene che tanti milioni di esseri umani manchino di pane, mentre ogni famiglia potrebbe nondimeno produrre tanto grano per dieci, venti ed anche cento persone all'anno»? ci rispondono intonandoci di nuovo la medesima antifona: divisione del lavoro, salario, plus-valore, capitale, ecc. ed arrivando a concludere che la produzione è insufficiente per soddisfare tutti i bisogni; la qual conclusione, anche se fosse vera, non risponde punto alla questione: «Può l'uomo, o non può egli produrre, lavorando, il pane che gli necessita?


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282