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      E se non può - qual cosa glielo impedisce»?
      Ecco qui 350 milioni d'Europei. Ogni anno occorre loro una data quantità di pane, carne, vino, latte, uova e burro. Occorrono loro tante case, tanti vestiti. È il minimo dei loro bisogni. Possono essi produrre tutto ciò? Se lo possono, rimarrà loro tanto tempo libero per procurarsi il lusso, gli oggetti di arte, di scienza e di divertimento - in una parola, tutto ciò che è al di fuori della categoria dello stretto necessario? - Se la risposta è affermativa, qual cosa impedisce loro di metterlo in pratica? Che devesi fare per sbarazzare dalla via gli ostacoli? Occorre del tempo? Ma se lo prendano! Non perdiamo più di vista l'obbiettivo di ogni Produzione cioè la soddisfazione dei bisogni.
      Se i bisogni più imperiosi dell'uomo rimangono insoddisfatti, che occorre fare per aumentare la produttività del lavoro? Ma non vi sono altre cause? Non vi sarebbe, fra le altre, quella che la produzione, avendo perduto di vista i «bisogni» dell'uomo, ha preso una direzione assolutamente falsa, e l'organizzazione ne è viziosa?
      E poichè noi, infatti, lo constatiamo, cerchiamo il mezzo di riorganizzare la produzione, in maniera che essa risponda realmente a tutti i bisogni.
      Ecco la sola maniera di considerare le cose, la quale ci sembri giusta: la sola che permetterebbe all'economia politica di diventare una scienza, - la scienza della fisiologia sociale.
      È chiaro che, allorquando questa scienza tratterà della produzione attualmente in opera presso le nazioni civili, nel comune asiatico o presso le tribù selvaggie, essa non potrà guari esporre i fatti diversamente da quel che facciano gli economisti odierni, cioè come un semplice capitolo «descrittivo», analogo ai capitoli descrittivi della zoologia o della botanica.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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