È precisamente tale questione che vien posta oggidì sul terreno.
D'altronde, se non vi fossero che gli economisti a predicare la divisione del lavoro permanente e spesso ereditario si lascierebbero gracchiare a loro bell'agio. Ma le idee professate dai dottori della scienza s'infiltrano negli spiriti pervertendoli, così che, a forza di sentir parlare della divisione del lavoro, dell'interesse, della rendita e del credito, ecc., come di problemi già da lungo tempo risoluti, tutti (ed il lavoratore stesso) finiscono per ragionare come gli economisti, cioè col venerare gli stessi feticci.
Così noi vediamo molti socialisti, quegli stessi che non hanno temuto di far propri gli errori della scienza, rispettare il principio della divisione del lavoro. Parlate loro dell'organizzazione della società durante la Rivoluzione, e vi risponderanno che la divisione del lavoro dev'essere mantenuta; che se voi fabbricavate punte di spillo prima della Rivoluzione, dovrete farne ancora dopo di essa. Voi lavorerete cinque ore soltanto a far punte di spilli - sia pure! Ma voi non farete che punte di spilli durante tutta la vostra vita, miliardi di spilli, mentre altri ancora si specializzeranno nelle altre funzioni del lavoro letterario, scientifico, artistico, ecc. Voi siete nato fabbricatore di punte di spilli, Pasteur è nato vaccinatore nella cura della rabbia, e la Rivoluzione lascierà entrambi alle rispettive occupazioni.
Ebbene, noi ci proponiamo di discutere ora, nelle sue varie manifestazioni quest'orribile principio, nocivo alla società, cagione di abbrutimento per l'individuo, e fonte di una serie infinita di mali.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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