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      Possono dire che il tedesco lavora per «niente», e insistere sui piccoli lati di ogni questione, trascurando i fatti storici. Ma non è per questo meno sicuro che la grande industria, - una volta privilegio dell'Inghilterra e della Francia, - ha fatto un passo verso l'Oriente. Essa ha trovato nella Germania un paese giovane, ricco di forze, ed una borghesia intelligente, avida di arricchirsi a sua volta col commercio esterno.
      Mentre la Germania si emancipava dalla tutela inglese e francese e si fabbricava le sue cotonine, le sue stoffe, le sue macchine, - in una parola, tutti i prodotti manifatturati, - la grande industria stabilivasi anche in Russia, dove lo sviluppo delle manifatture è tanto più sorprendente, in quanto che esse datano appena da ieri.
      All'epoca dell'abolizione del servaggio, nel 1861, la Russia non possedeva quasi alcuna industria. Tutto ciò che occorrevale di macchine, rotaie, locomotive, stoffe di lusso, le era fornito dall'Occidente. Vent'anni dopo la Russia contava già più di 85,000 manifatture indigene, e le mercanzie uscite da queste manifatture avevano quadruplicato il loro valore.
      I vecchi meccanismi sono stati completamente sostituiti da altri nuovi, perfezionati. Quasi tutto l'acciaio usato oggi, i due terzi del carbone, tutte le locomotive, tutte le carrozze dei treni, tutte le rotaie, quasi tutti i battelli a vapore, sono fabbricati in Russia.
      Da un paese, destinato, secondo gli economisti, a rimanere agricolo, la Russia è diventata un paese manifatturiero.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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