La varietà delle occupazioni, la varietà delle capacità che se ne sviluppano, integrate in vista d'uno scopo comune, - ecco la vera forza del progresso.
Ed ora, immaginiamo un territorio, vasto o ristretto, poco importa, che muova i suoi primi passi sulla via della Rivoluzione Sociale.
«Nulla sarà cambiato» - ci si dice talvolta. - «Si esproprieranno i laboratori e le officine, che si proclameranno proprietà nazionale o comunale; ed ognuno ritornerà al suo lavoro abituale. E la Rivoluzione sarà fatta».
Ebbene, no; la Rivoluzione Sociale non si farà così semplicemente.
L'abbiamo già detto: Che domani la Rivoluzione scoppi a Parigi, a Lione o in qualunque altra città; che domani a Parigi, o non importa dove, i rivoluzionari rendansi padroni delle officine, delle case o delle banche - e per questo semplice fatto tutta la produzione attuale dovrà mutar d'aspetto.
Il commercio internazionale, nonchè le importazioni di grano estero, cesseranno d'un tratto; la circolazione delle merci e dei viveri rimarrà paralizzata. E la città o il territorio insorto dovranno, per bastare a sè stessi, riorganizzare da cima a fondo, tutta la produzione. Se falliscono, è la morte. Se riescono, è la rivoluzione «nell'insieme» della vita economica del paese. Come faranno per mangiare, durante mezz'anno, gli abitanti di un paese, quando il funzionamento dei viveri sarà rallentato e il consumo invece aumentato; quando tre milioni di francesi che lavorano per l'esportazione, saran costretti a scioperare; quando mille cose che oggi si ricevono dai paesi lontani o dai paesi vicini non arriveranno più, e l'industria degli articoli di lusso sarà temporaneamente sospesa?
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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