In quanto agli abitanti delle grandi città, i quali non hanno ancora alcuna idea di ciò che può fruttare realmente l'agricoltura, noi li consigliamo di percorrere a piedi le circostanti campagne, e di studiarne la coltivazione.
Osservino, ragionino cogli ortolani, e un mondo nuovo si dischiuderà al loro sguardo. Potranno così indovinare quel che sarà la coltivazione europea del ventesimo secolo, e comprenderanno di quale possanza sarà armata la Rivoluzione Sociale quando si conoscerà il segreto di prendere alla terra tutto ciò che le sia richiesto.
Basteranno alcuni fatti a mostrare come le nostre affermazioni non siano punto esagerate. Ci preme solo di farle precedere da qualche osservazione generale.
Sono note le misere condizioni dell'agricoltura in Europa. L'agricoltore se non è spogliato dal proprietario del fondo, lo è dallo Stato; lo Stato non modera le sue taglie, l'usuraio coi biglietti all'ordine lo riduce senz'altro ad essere il titolare di una proprietà sostanzialmente già passata nelle mani di una compagnia finanziaria.
Il proprietario, lo Stato e il banchiere adunque, a mezzo della rendita, dell'imposta e dell'interesse svaligiano l'agricoltore. La somma della presa varia secondo i paesi; ma non è mai meno del quarto del prodotto lordo. In Francia, l'agricoltura versa allo Stato il 44 per cento di questo prodotto.
V'ha di più. Appena che, con prodigi di lavorazione, d'invenzione o d'iniziativa, il coltivatore ha ottenuto raccolti più abbondanti, aumenterà in proporzione il tributo da pagarsi al proprietario, allo Stato e al banchiere.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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