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      S'egli raddoppia il numero degli ettolitri raccolti sull'ettaro, l'affitto raddoppierà e «per conseguenza» l'imposta che lo Stato si affretterà ad aumentare ancora, ove i prezzi siano in aumento. E così di seguito. In poche parole l'agricoltore lavora dodici o sedici ore al giorno, e dappertutto i suoi tre avoltoi gli rapiscono quanto potrebbe mettere in serbo; dappertutto lo spogliano di ciò che gli darebbe agio a migliorare la sua coltivazione. Ecco perchè l'agricoltura rimane stazionaria.
      Sarà solo in forza di condizioni eccezionali, in seguito a contrasto fra i tre vampiri, dietro uno sforzo di intelligenza, o per un accrescimento di lavoro, che l'agricoltura riuscirà a progredire. E nemmeno abbiamo detto nulla dei tributi che ogni agricoltore paga all'industria. Ogni macchina, ogni vanga, ogni botte di concime chimico gli costano tre o quattro volte più del loro prezzo reale. Nè dobbiamo scordare l'intermediario, che preleva sui prodotti del suolo una parte da leone.
      Ecco perchè di tutto questo secolo d'invenzioni e di progresso, l'agricoltura non si è perfezionata che su zone ristrettissime, occasionalmente ed a sbalzi.
      Fortunatamente vi sono stati sempre piccoli lembi di terreno negletti per qualche tempo dagli avoltoi; e là s'impara ciò che l'agricoltura intensiva può dare all'umanità.
      Eccone alcuni esempi.
      Nelle praterie dell'America (le quali d'altronde danno miseri risaltati, da 7 a 12 ettolitri per ettaro e spesso periodiche siccità le guastano) cinquecento uomini, col solo lavoro di otto mesi, producono il nutrimento annuo di cinquantamila persone.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





Stato America