Infine, vidi fra i cavalli ed il bestiame semiselvaggio della Transbaïkalia, fra tutti i ruminanti selvaggi, fra gli scoiattoli, ecc., che, quando gli animali ànno da lottare contro l'insufficienza dei viveri, in seguito ad una delle cause che ò ora ricordate, tutti gli individui della specie che ànno subìto questa calamità escono dalla prova talmente diminuiti in vigore e salute che nessuna evoluzione progressiva della specie potrebbe essere fondata su questi periodi di aspra lotta.
Così, quando più tardi la mia attenzione si rivolse ai rapporti tra il darwinismo e la sociologia, non mi trovai d'accordo con nessuna delle opere che furono scritte su questo importante argomento. Tutti si sforzavano di provare che l'uomo, grazie alla sua alta intelligenza ed alle sue esperienze, poteva moderare l'asprezza della lotta per la vita tra gli uomini; ma essi riconoscevano anche la lotta per i mezzi dell'esistenza di ogni animale contro i suoi congeneri, e di ogni uomo contro gli altri uomini, come «una legge della natura».
Io non potevo accettare questa opinione, perchè ero persuaso che ammettere una spietata guerra per la vita, in seno ad ogni specie, e vedere in questa guerra una condizione di progresso, era formulare un'affermazione non solo senza prove, ma non avente nemmeno l'appoggio dell'osservazione diretta.
Al contrario, una conferenza «Sulla legge dell'aiuto reciproco» tenuta ad un congresso di naturalisti russi, nel gennaio 1880, dal prof. Kessler, zoologo molto noto (allora decano dell'Università di Pietrogrado), mi colpì in quanto gettava una nuova luce su tutto questo problema.
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Transbaïkalia Università Pietrogrado
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