Ma questo era inevitabile. Noi abbiamo udito ultimamente parlar tanto dell'«aspra e spietata lotta per la vita» che si pretendeva sostenuta da ogni animale contro tutti gli altri animali, da ogni «selvaggio» contro tutti gli altri «selvaggi» e da ogni uomo civile contro tutti i suoi concittadini - e queste asserzioni sono divenute articoli di fede - tanto che si rese necessario opporre loro una vasta serie di fatti mostranti la vita animale ed umana sotto un aspetto completamente diverso. Era necessario indicare la capitale importanza che ànno le abitudini sociali nella natura e nell'evoluzione progressiva, tanto delle specie animali quanto degli esseri umani; di provare che esse assicurano agli animali una migliore protezione contro i loro nemici, e molto spesso delle facilitazioni per la ricerca del loro alimento (provvigioni per l'inverno, migrazioni, ecc.), una maggiore longevità e, di conseguenza, una più grande probabilità di sviluppo delle facoltà intellettuali; in fine era necessario dimostrare che esse ànno dato agli uomini, oltre questi vantaggi, la possibilità di cercare le istituzioni che ànno permesso all'umanità di trionfare nella sua lotta accanita contro la natura e di progredire, nonostante tutte le vicende della storia. È questo che ò fatto. Questo è, certo, un libro sulla legge dell'aiuto reciproco, considerato come uno dei principali fattori dell'evoluzione; ma non è un libro su tutti i fattori dell'evoluzione e sul loro rispettivo valore. Bisognava che questo primo libro fosse scritto, perchè fosse possibile scrivere l'altro.
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