Se Rousseau à commesso l'errore di sopprimere dalla sua concezione la lotta «col becco e con le unghie», Huxley à commesso l'errore opposto; ma nè l'ottimismo del Rousseau, nè il pessimismo di Huxley possono essere accettati come un'imparziale interpretazione della natura.
Quando studiamo gli animali, non soltanto nei laboratori e nei musei, ma nelle foreste e nelle praterie, nelle steppe e su le montagne, ci accorgiamo subito che, benchè vi sia nella natura una somma enorme di guerra fra le specie diverse, e sopra tutto fra le differenti classi di animali, vi è altrettanto, o fors'anche più, del mutuo sostegno, dell'aiuto reciproco e della mutua difesa tra gli animali appartenenti alla medesima specie o, almeno, alla stessa società. La sociabilità è una legge della natura tanto quanto la lotta tra simili. Sarebbe senza dubbio molto difficile valutare, anche approssimativamente, la importanza numerica relativa a queste due serie di fatti. Ma se ci appelliamo ad una testimonianza indiretta, e domandiamo alla natura: «Quali sono i più atti: coloro che sono continuamente in lotta tra loro, o coloro che si aiutano l'un l'altro?» vediamo che i più atti sono, senza dubbio, gli animali che ànno acquisito delle abitudini di solidarietà. Essi ànno maggiori probabilità di sopravvivere, e raggiungono, nelle loro rispettive classi, il più alto sviluppo di intelligenza e di organizzazione fisica. Se gl'innumerevoli fatti che possono esser citati per sostenere questa tesi sono presi in considerazione, possiamo dire con certezza che il mutuo appoggio è tanto una legge della vita animale quanto lo è la lotta reciproca, ma che, come fattore dell'evoluzione, la prima à probabilmente un'importanza molto maggiore, in quanto favorisce lo sviluppo delle abitudini e dei caratteri eminentemente atti ad assicurare la conservazione e lo sviluppo della specie; essa procura inoltre, con minor perdita di energia, una maggiore somma di benessere e di felicità a ciascun individuo.
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