Uno di essi era caduto sul dorso in un angolo del serbatoio, e il suo pesante guscio, della forma di casseruola, gli impediva di rimettersi nella posizione naturale, tanto più che vi era in quell'angolo una sbarra di ferro che aumentava ancor più la difficoltà dell'operazione. I suoi compagni gli vennero in aiuto, e per un'ora intera osservai come si sforzavano di aiutare il loro compagno di prigionia.
Essi vennero due alla volta, spinsero il loro amico dal disotto, e, dopo sforzi energici, riuscirono a sollevarlo tutto diritto; ma allora la sbarra di ferro impediva di completare il salvataggio, e il granchio cadeva pesantemente sul dorso. Dopo parecchi tentativi si vedeva uno dei salvatori discendere al fondo del serbatoio e ricondurre altri due granchi, che cominciarono con forze fresche gli stessi sforzi per spingere e sollevare il loro compagno impotente. Restai nell'acquario più di due ore, e, al momento di andar via, ritornai a dare un'occhiata nel serbatoio: il lavoro di soccorso continuava ancora! Dopo che ò veduto questo, non potei rifiutarmi di credere a quest'osservazione citata dal dottor Erasmus Darwin, che «il granchio comune, durante la stagione della muta, pone di guardia un granchio dal guscio duro non ancora mutato, per impedire agli animali marini ostili di nuocere agli individui in muta, che sono senza difesa».40
I fatti che mettono in luce l'aiuto reciproco fra le termiti, le formiche e le api sono così ben conosciuti attraverso le opere del Forel, del Romanes, di L. Büchner e di John Lubbock, che posso limitarmi ad alcune indicazioni.
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Erasmus Darwin Forel Romanes Büchner John Lubbock
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