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      Spesso esse riescono nelle loro associazioni meglio dell'uomo, quando questi trascura di mettere a profitto un aiuto reciproco ben combinato. Così, quando un nuovo sciame è sul punto di lasciare l'alveare per andare alla cerca di una nuova dimora, un certo numero di api fanno una ricognizione preliminare delle vicinanze, e se scoprono una dimora conveniente - un vecchio paniere o qualche cosa del genere - ne prendono possesso, lo puliscono e lo sorvegliano talvolta per un'intera settimana, fino a che lo sciame viene a stabilirvisi. Quanti coloni umani, meno previdenti delle api, periscono in paesi nuovi, per l'errore di non aver compreso la necessità di unire i loro sforzi! Associando le loro intelligenze, riescono a trionfare delle circostanze sfavorevoli, anche nei casi completamente imprevisti e straordinari. All'Esposizione di Parigi (1869), le api erano state poste in un alveare munito di una lastra di vetro, che permetteva al pubblico di vedere nell'interno, aprendo uno sportello attaccato alla lastra; siccome la luce prodotta dall'apertura dello sportello le disturbava, finirono per saldare lo sportello alla lastra per mezzo della propoli resinosa. D'altra parte, non mostrano nessuna di quelle inclinazioni sanguinarie nè quell'amore per i combattimenti inutili che molti scrittori attribuiscono così violenti agli animali. Le sentinelle che sorvegliano l'entrata dell'alveare uccidono senza pietà le api ladre che cercano di penetrarvi; ma le api straniere che vengono all'alveare per errore non sono attaccate, sopra tutto se vengono cariche di polline, o se sono delle giovani api che possono facilmente sbagliarsi.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





Esposizione Parigi