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      In tutti i casi, le lepri, che non vivono in società, e che inoltre non sono dotate di vivi sentimenti verso la famiglia, non possono vivere senza riunirsi per giuocare insieme. Dietrich de Winckell, che è considerato come uno degli autori che conoscono meglio le abitudini delle lepri, le descrive come giuocatrici appassionate, eccitantesi a tal segno ai loro giuochi che si è visto una lepre prendere una volpe che s'avvicinava per una delle sue camerate.76 Quanto al coniglio, esso vive in società e la sua vita di famiglia è ad immagine della vita di famiglia patriarcale; i giovani sono tenuti all'ubbidienza assoluta al padre ed anche al nonno.77 Abbiamo in ciò un esempio di due specie, prossime parenti, che non possono soffrirsi, non perchè si nutrano pressochè del medesimo cibo, - spiegazione data troppo spesso in casi simili - ma molto probabilmente perchè la lepre vivacissima ed eminentemente individualista, non può legarsi d'amicizia con questa creatura placida, tranquilla, e sottomessa, quale è il coniglio. I loro temperamenti sono troppo profondamente differenti per non essere un ostacolo alla loro amicizia.
      La vita in comune è pure regola per la grande famiglia dei cavalli, che comprende i cavalli selvaggi e gli asini selvaggi d'Asia, le zebre, i mustang, i cimarones delle Pampas e quelli semi-selvaggi della Mongolia e della Siberia. Essi vivono tutti in numerose associazioni, composte di numerosi branchi, ognuno dei quali costituiti da un certo numero di giumente sotto la guida di uno stallone.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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