Ma questa abitudine di danzare sembra molto più diffusa che non si credesse un tempo, e W. Hudson dà, nel suo libro ammirabile su La Plata, una interessantissima descrizione (occorre leggerla nell'originale) delle danze complicate eseguite da gran numero di uccelli: francolini, jacanas, vanelli, ecc.
L'abitudine di cantare in coro, che si trova in diverse specie di uccelli, appartiene alla stessa categoria di istinti sociali. Questa abitudine è sviluppata nel modo più stupefacente nel chakar (Chauna chavarria), che gli Inglesi ànno così male soprannominato «urlone dal ciuffo». Questi uccelli si adunano talvolta in branchi immensi, e cantano allora spesso tutti in coro. W. Hudson li trovò una volta in branchi innumerevoli, disposti tutti intorno ad un lago delle pampas, in gruppi ben determinati di circa cinquecento uccelli ciascuno.
«Ben presto, scrive egli, un gruppo vicino a me cominciò a cantare e sostenne il suo canto per tre o quattro minuti; quando cessò, il gruppo vicino riprese lo stesso canto e dopo questo seguirono gli altri man mano, fino a che le note dei gruppi posti sull'altra riva ritornarono ancora una volta a me, chiare e potenti, ondeggiando nell'aria al di sopra del lago - poi svanirono, divenendo via via flebili fino a che il suono si riavvicinò di nuovo a me vicino».
In altra occasione, lo stesso scrittore vide una intera pianura coperta da una quantità innumerevole di rigoli col ciuffo, non in ordine serrato, ma in coppie sparse, ed in piccoli gruppi. Verso le ventidue, «d'improvviso, l'intera moltitudine che copriva la palude per una estensione di parecchie miglia intonò con grande voce uno straordinario canto della sera.
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