Ogni specie tende continuamente a estendere il suo territorio; le migrazioni verso nuovi dominî sono la regola, tanto presso la pigra lumaca, quanto presso il rapido uccello; le condizioni fisiche si trasformano incessantemente in ogni data regione; e le nuove varietà d'animali si formano in un gran numero di casi - forse nella maggioranza dei casi - non per lo sviluppo di nuove armi capaci di strappare il nutrimento ai loro simili - il nutrimento non è che una delle centinaia di varie condizioni necessarie alla vita, - ma, come lo stesso Wallace mostra in un attraente paragrafo sulla «divergenza dei caratteri» (Darwinism, pag. 107), queste differenti varietà si formano per l'adozione di nuove abitudini, lo spostamento verso nuove dimore e l'avvezzarsi a nuovi alimenti. In tali casi non vi sarà sterminio e neppure competizione, poichè il nuovo adattamento viene ad attenuare la competizione, se pur essa è mai esistita. Tuttavia vi sarà, dopo un certo tempo, assenza di forme intermedie, semplicemente per effetto della sopravvivenza dei meglio dotati alle nuove condizioni - e ciò sempre certamente nell'ipotesi dello sterminio della forma ancestrale. È appena necessario aggiungere che se ammettiamo, con Spencer, con tutti i Lamarckiani e con Darwin stesso, l'influsso moderatore degli ambienti sulle specie, diventa ancor meno necessario l'ammettere lo sterminio delle forme intermedie.
L'importanza della migrazione e dell'isolamento dei gruppi animali, che ne è la conseguenza, per l'evoluzione delle nuove varietà ed in seguito delle nuove specie, fu accennata da Moritz Wagner e pienamente riconosciuta dallo stesso Darwin.
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