Tutto l'anno vi è dell'alimento per un numero di animali cinque o dieci volte superiore, e tuttavia il loro numero non cresce che molto lentamente. Ma per poco che il proprietario faccia provvista di fieno, per quanto piccola sia, e ne distribuisca agli animali durante i giorni di nevischio, o di neve troppo abbondante, constata l'accrescimento del suo gregge.
Quasi tutti gli erbivori allo stato libero e molti dei roditori nell'Asia e nell'America essendo in simili condizioni, possiamo dire con certezza che il loro numero non è limitato dalla competizione, e che in nessuna epoca dell'anno ànno da lottare gli uni contro gli altri per il nutrimento, e che se restano molto lontano dalla superpopolazione, è il clima, non la competizione che ne è la causa.
L'importanza degli ostacoli naturali alla superpopolazione e la maniera con la quale essi infirmano l'ipotesi della competizione per la vita, ci sembra non siano state mai prese in sufficiente considerazione. Gli ostacoli, o piuttosto alcuni di essi, sono nominati, ma raramente viene studiata in particolare l'azione loro. Tuttavia se consideriamo gli effetti della competizione e gli effetti delle riduzioni naturali, dobbiamo subito riconoscere che questi ultimi sono molto più importanti. Così, Bates rileva il numero veramente spaventoso delle formiche alate che sono distrutte durante il loro esodo. I corpi morti o mezzo morti delle «formica de fuego» (Myrmica soevissima) che erano stati portati sul fiume durante la tempesta «erano ammucchiati in una colonna d'un pollice o due di altezza e di larghezza, colonna che continuava senza interruzione su parecchi chilometri lungo la riva».96 Delle miriadi di formiche sono così distrutte in mezzo ad una ricca natura che potrebbe nutrirne cento volte di più che non ne nutra attualmente.
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