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      Ma se l'evoluzione del mondo animale fosse fondata esclusivamente, od anche principalmente, sulla sopravvivenza dei meglio dotati durante i periodi di calamità; se la selezione naturale fosse limitata nella sua azione da periodi eccezionali di siccità o da improvvisi cambiamenti di temperatura o dalle inondazioni, la decadenza sarebbe la regola nel mondo animale. Coloro che sopravvivono ad una carestia, o ad una violenta epidemia di colera o di vaiolo spurio, o di difterite, quali noi li vediamo nei paesi non civilizzati, non sono nè i più forti, nè i più sani, nè i più intelligenti. Nessun progresso potrebbe essere basato su questa sopravvivenza tanto più che tutti i sopravvissuti escono abitualmente dalla prova con la salute indebolita, come, per esempio, quei cavalli della Transbaikalia che abbiamo testè ricordati, o gli equipaggi delle spedizioni artiche, o la guarnigione di una fortezza che, dopo aver vissuto per parecchi mesi a mezza razione, esce da questa prova con la salute rovinata, presentando in seguito una mortalità anormale. Tutto quello che la selezione naturale può fare durante le epoche calamitose, è di risparmiare gli individui dotati della più grande resistenza per qualsiasi specie di privazioni. Altrettanto è dei cavalli e del bestiame siberiani. Essi sono resistenti; possono in caso di necessità nutrirsi della betulla polare; resistono al freddo ed alla fame. Ma un cavallo siberiano non può portare la metà del peso che un cavallo europeo porta facilmente; una vacca siberiana non dà metà del latte di una vacca di Jersey, e gli indigeni dei paesi non civilizzati non potrebbero venir paragonati agli Europei.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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