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      Dapprima il matrimonio fu vietato tra i figli di una madre e le sorelle di questa madre, le sue nipoti e le sue zie. Più tardi fu anche vietato tra i figli e le figlie d'una stessa madre, e seguirono nuove restrizioni. L'idea di una gens o di un clan comprendente tutti i discendenti di uno stesso stipite (o piuttosto tutti quelli che s'erano riuniti in gruppo) si svolse, ed il matrimonio all'interno del clan fu interamente proibito. Il matrimonio restò ancora «comune», ma le donne o il marito dovevano essere presi in un altro clan. E quando una gens diventava troppo numerosa, e si suddivideva in parecchie gentes (ciascuna di esse divisa in classi, generalmente quattro), il matrimonio non era autorizzato che tra certe classi ben definite. Queste sono le condizioni che troviamo anche ora tra gli Australiani che parlano il Kamilaroi. Quanto alla famiglia i primi germi apparvero in seno alla organizzazione dei clans. Una donna catturata in guerra in qualche clan, e che prima avrebbe appartenuto alla gens intera, può essere tenuta, in un'epoca posteriore, dal rapitore, sodisfacendo certe condizioni verso la tribù. Ella poteva essere condotta da lui in una capanna separata, dopo aver versato un certo tributo al clan, e così si costituiva all'interno della gens la famiglia patriarcale separata, la cui apparizione segna una fase affatto nuova della civiltà.111
      Ora, se consideriamo che questo regime complicato si svolse tra uomini che erano al più basso grado che si conosca dell'evoluzione, e che si mantenne in società che non subirono nessuna specie d'autorità fuorchè l'opinione pubblica, vediamo subito come gli istinti sociali dovevano essere profondamente radicati nella natura umana, anche allo stadio più basso.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





Australiani Kamilaroi