Un Ottentotto non può mangiare solo, e se anche è affamato, chiama presso di sè quelli che passano per dividere il suo nutrimento; ed allorchè Kolben espresse il suo stupore a questo soggetto, ricevette questa risposta: «È l'usanza ottentotta». Ma non è solamente un'usanza ottentotta; è un'abitudine quasi universale tra i «selvaggi». Kolben che conosceva bene gli Ottentotti, e non à affatto passato sotto silenzio i loro difetti, non poteva lodare abbastanza la loro moralità tribale.
«La loro parola è sacra - scriveva egli. - Essi non conoscono nulla della corruzione e degli artifici ingannatori dell'Europa. Vivono in una grande quiete e non sono che raramente in guerra coi vicini. Essi sono tutta bontà e buon volere gli uni verso gli altri... I regali e le cortesie reciproche sono certamente uno dei loro godimenti. La rettitudine degli Ottentotti, la loro esattezza e la loro celerità nell'esercizio della giustizia, come la loro castità, sono cose nelle quali superano tutte, o quasi tutte, le nazioni del mondo».118
Tachart, Barrow. e Moodie119 confermano pienamente la testimonianza del Kolben. Voglio soltanto far rilevare che quando Kolben scriveva che sono «certamente il popolo più cordiale, più liberale, più benevolo che vi sia mai stato sulla terra» (I, 332) scriveva una frase continuamente ripetuta poi nelle descrizioni dei selvaggi. Quando gli Europei incontrano una razza primitiva, cominciano generalmente per fare una caricatura dei suoi costumi; ma quando un uomo intelligente à vissuto lungo tempo fra questi primitivi, li descrive generalmente come «la migliore» o «la più dolce» razza della terra.
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