Continuamente i viaggiatori ànno occasione di citare degli esempi. Qui leggete la descrizione dell'amore profondo di una madre; là, vedete un padre abbandonarsi ad una folle corsa traverso la foresta, portando sulle spalle suo figlio morso da un serpente; od anche è un missionario che racconta la disperazione dei genitori per la morte dello stesso fanciullo che, neonato, egli aveva salvato, qualche anno prima, dalla immolazione; oppure voi apprendete che la «madre selvaggia» allatta generalmente i suoi bambini fino all'età di quattr'anni, e che alla morte di un bambino particolarmente amato, la madre, o sua zia, si uccidono per prenderne cura nell'altro mondo.137
Fatti simili s'incontrano in abbondanza; in modo che se vediamo questi stessi parenti affezionati praticare l'infanticidio, siamo obbligati a riconoscere che quest'uso (quelle che ne sono state le trasformazioni ulteriori) à dovuto avere origine sotto la pressione della necessità come un obbligo verso la tribù e come un espediente per allevare i figli già cresciuti. Fatto sta che i selvaggi non si moltiplicano «senza restrizione» come afferma qualche scrittore inglese. Al contrario, prendono ogni specie di misure per diminuire le nascite. Tutta una serie di restrizioni, che gli Europei troveranno certamente stravaganti, sono imposte a tale effetto, e vi si ubbidisce strettamente perchè, in onta a tutto, i primitivi non possono allevare tutti i loro bambini. Però si è notato che appena riescono ad accrescere i loro mezzi di sussistenza in modo regolare, incominciano ad abbandonare la usanza dell'infanticidio.
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Europei
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