Ogni tribù o clan è una unità separata. Ciò è assolutamente come presso i mammiferi e gli uccelli; il territorio è approssimativamente diviso tra le diverse tribù, e salvo che in tempo di guerra, i limiti sono rispettati. Nel penetrare nel territorio dei vicini, si deve mostrare che non si ànno cattive intenzioni. Più uno grida alto il suo avvicinarsi e vieppiù guadagna fiducia; e se si entra in una casa, si deve deporre l'ascia sulla soglia.
Nessuna tribù, però, è obbligata a spartire il cibo con le altre; possono farlo o non farlo. In questo modo la vita del selvaggio è distinta in due serie di azioni e si mostra sotto due differenti aspetti morali; da una parte le relazioni interiori della tribù, dall'altra le relazioni del diritto comune. Così quando si viene alla guerra, le più ripugnanti crudeltà possono venir considerate come tanti titoli all'ammirazione della tribù. Questa doppia concezione della morale s'incontra attraverso tutta l'evoluzione del genere umano, e si è mantenuta fino ai nostri giorni. Noi, gli Europei, abbiamo ottenuto qualche progresso, non molto grande, per sbarazzarci di questa doppia concezione della morale; ma bisogna dire che, se abbiamo estese le nostre idee di solidarietà - almeno in teoria - alla nazione, ed in parte alle altre nazioni, abbiamo poi indeboliti i legami della solidarietà all'interno delle nostre nazioni, ed anche in seno alle nostre famiglie.
L'apparizione di una famiglia separata in mezzo al clan smuove necessariamente l'unità stabilita.
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