Non c'è da stupire se le testimonianze del passato furono così inesatte. Gli annalisti, infatti, non ànno mai mancato di raccontare le più piccole guerre e le calamità delle quali i loro contemporanei ebbero a soffrire; ma essi non prestavano nessuna attenzione alla vita delle masse, benchè queste abbiano vissuto lavorando pacificamente, mentre soltanto un piccolo numero di uomini guerreggiavano fra di loro. I poemi epici, le iscrizioni sui monumenti, i trattati di pace - quasi tutti i documenti storici ànno il medesimo carattere; ànno trattato della violazione della pace, non della pace stessa. Cosicchè lo storico, anche meglio intenzionato, fa inconsciamente un quadro inesatto dell'epoca che si sforza di illustrare. Per trovare la proporzione reale tra i conflitti e l'unione, occorre ricorrere all'analisi minuziosa di migliaia di piccoli fatti e di indicazioni incidentali, conservate per caso tra le reliquie del passato; occorre poi interpretarle con l'aiuto dell'etnologia comparata, e, dopo aver tanto udito parlare di tutto quanto à diviso gli uomini, abbiamo da ricostruire pietra su pietra le istituzioni che li tenevano uniti.
Ben presto occorrerà riscrivere la storia con un nuovo piano, al fine di tener conto di quelle due correnti della vita umana e di apprezzare la parte rappresentata da ciascuna di esse nella evoluzione. Ma, in attesa, possiamo trarre profitto dall'immenso lavoro preparatorio che è stato fatto recentemente con l'intento di ritrovare le linee principali della seconda corrente, così trascurata fino ad ora.
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