Questa difficoltà era grandissima, in quanto le leggi del costume delle differenti tribù e confederazioni variavano, per il compenso dovuto, secondo i differenti casi. Così si prese l'abitudine di scegliere l'arbitro tra centinaia di famiglie o tribù, stimate per avere conservato la legge antica nella sua purezza e versate nella conoscenza dei canti, triadi, saghe, ecc., per mezzo dei quali la legge si perpetuava nelle memorie. Così, questa tradizione della legge divenne una specie d'arte, un «mistero» accuratamente trasmesso in certe famiglie di generazione in generazione. In Islanda ed in altri paesi scandinavi, ad ogni Allthing, od assemblea nazionale, un lëvsögmathr recitava a memoria la legge intera ad edificazione dell'assemblea. In Irlanda vi era, come si sa, una classe speciale di uomini reputati per le loro conoscenze delle vecchie tradizioni, e proprio per questo godenti di una grande autorità come giudici.206
Quando vediamo negli annali russi che certe tribù del nord-ovest della Russia, spinte dal crescente disordine che risultava dalla lotta dei «clans contro clan» si appellarono ai varingiar normanni perchè fossero loro giudici e comandassero delle scholae guerresche; quando vediamo i kniazes, o duchi, eletti in una medesima famiglia normanna per duecento anni consecutivi, occorre riconoscere che gli Slavi supponevano nei Normanni una migliore conoscenza della legge che veniva accettata dalle loro differenti popolazioni. In questo caso il possesso dei caratteri runici per la trasmissione degli antichi costumi, era un segnalato vantaggio a favore dei Normanni; ma in altri casi, vi sono vaghi indizi che mostrano che ci si appellava «al più antico» ramo della popolazione, a quello che si credeva il ramo originario, per fornire dei giudici, le decisioni dei quali erano accettate come giuste.
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