Oggi soltanto, dopo che sono stati pubblicati e studiati centinaia di statuti delle corporazioni e si conoscono i loro rapporti d'origine con i collegiae romani e le antiche unioni della Grecia e dell'India225 possiamo parlarne con piena conoscenza di causa; e possiamo affermare con certezza che queste fratellanze rappresentano uno sviluppo dei principî stessi che abbiam veduti in azione nelle gentes e nei comuni rurali. Nulla può dare meglio l'idea delle fratellanze del Medioevo di quelle corporazioni temporanee che si formavano a bordo delle navi. Quando un bastimento della Ansa aveva compiuto la sua prima mezza giornata di viaggio dopo aver lasciato il porto, il capitano (Schiffer) riuniva l'equipaggio e i passeggeri sul ponte e teneva loro il discorso seguente riferito da un contemporaneo:
«Poichè siamo ora alla mercè di Dio e delle onde, diceva egli, ciascuno di noi deve essere uguale all'altro, e poichè siamo circondati da tempeste, da alte onde, da pirati e da altri pericoli, dobbiamo stabilire un ordine rigoroso per condurre il nostro viaggio a buon termine. Ecco perchè ci accingiamo a dire le preghiere per chiedere un buon vento e buon risultato, e seguendo la legge marittima ci accingiamo a nominare coloro che occuperanno il posto dei giudici (Schöffen-stellen)».
Dopo di ciò l'equipaggio eleggeva un Vogt e quattro scabini che dovevano compiere l'ufficio di giudici. Alla fine del viaggio, il Vogt e gli scabini abdicavano le loro funzioni e rivolgevansi all'equipaggio nel modo seguente: «Ciò che è avvenuto a bordo del bastimento, dobbiamo perdonarcelo reciprocamente e considerarlo come morto (todt und ab sein lassen). Ciò che abbiamo giudicato buono, l'abbiamo fatto per la causa della giustizia.
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