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      Tutto doveva passare dal mercato ed essere offerto in compra a tutti, fino a quando la campana avesse chiuso il mercato. Allora soltanto il venditore al minuto poteva comprare ciò che restava, ed anche allora il suo profitto doveva essere un «onesto guadagno» soltanto.246 Di più, quando il frumento era comprato all'ingrosso da un fornaio dopo la chiusura del mercato, ogni cittadino aveva il diritto di reclamarne una parte (circa un mezzo quarterone) per il proprio uso, al prezzo d'ingrosso, purchè lo reclamasse prima del contratto finale del mercato, e parimenti ogni panettiere poteva reclamare lo stesso diritto, se un cittadino comprava del grano per rivenderlo. Nel primo caso il frumento doveva essere portato al mulino della città per essere macinato ad un prezzo convenuto, ed il pane poteva essere cotto al forno banale o forno comunale.247 Insomma, se una carestia colpiva la città tutti ne soffrivano più o meno; ma, a parte queste calamità, finchè esistevano le città libere, nessuno vi moriva di fame, come disgraziatamente avviene troppo spesso oggi.
      Tutti questi regolamenti appartengono a periodi progrediti della vita delle città, invece che ai primi tempi, nei quali la città stessa comprava tutti i viveri necessari al consumo dei cittadini. I documenti recentemente pubblicati dal signor Gross sono decisivi su questo punto e confermano pienamente le sue conclusioni tendenti a provare che i carichi dei viveri «erano comprati da certi ufficiali civici, a nome della città, e distribuiti tra i mercanti della città, nessuno potendo comprare le merci sbarcate nel porto a meno che le autorità municipali non avessero rifiutato di comprarle». Questo sembra sia stato, aggiunge egli, un uso comune in Inghilterra, in Irlanda, nel paese di Galles ed in Iscozia.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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