Erano «la sovrana Novgorod» e la «sovrana Pskov» che mandavano le loro carovane di mercanti verso i paesi lontani.
Sappiamo pure che in quasi tutte le città del Medioevo del centro e dell'ovest d'Europa, le gilde dei mestieri avevano l'uso di comprare in comune le materie prime necessarie e di far vendere il prodotto del loro lavoro dai loro commessi. È probabile che la stessa cosa sia avvenuta per il commercio estero, tanto più che, fino al secolo XIII, non soltanto i mercanti d'una stessa città erano considerati, fuori territorio, come responsabili in corpo dei debiti contratti da uno di essi, ma la città intera era responsabile dei debiti di ciascuno dei suoi mercanti. Non fu che nel XII e XIII secolo che le città del Reno abolirono questa responsabilità con trattati speciali.254 Infine abbiamo il notevole documento d'Ipswich pubblicato dal Gross, dal quale sappiamo che la gilda dei mercanti di quella città era composta di tutti quelli che avevano la franchigia della città, e che pagavano il loro tributo («leur hanse») alla gilda, il comune intero discutendo le misure da prendere per il bene della gilda dei mercanti ed assegnandole certi privilegi. La gilda mercantile d'Ipswich sembra essere stata così, più che una gilda privata, un corpo di commessi della città.
Insomma, meglio conosciamo la città del Medioevo, più vediamo che essa non era una semplice organizzazione politica per la difesa di date libertà politiche, ma un tentativo su ben più vasta scala di quella del comune rurale, per organizzare una stretta unione di aiuto e di appoggio mutuo per il consumo, la produzione e la vita sociale nel suo insieme, senza porre gli impedimenti dello Stato, lasciando piena libertà di espressione al genio creatore di ciascun gruppo, nelle arti, mestieri, scienze, commercio e politica.
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