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      I suoi membri erano mercanti ed operai ad un tempo. Ed è così che la predominanza presa dalle antiche corporazioni di operai, al principio stesso della vita della città libera, assicurò al lavoro manuale l'alta posizione che occupò in seguito nella città.258 Infatti, in una città del Medioevo il lavoro manuale non era segno di inferiorità; conservava, al contrario, le tracce di rispetto del quale era circondato nei comuni rurali. Il lavoro manuale, in uno dei «misteri» era considerato come un pio dovere verso i cittadini; una funzione pubblica (Amt), qualunque fosse, era onorevole. Produttori e trafficanti erano penetrati da un'idea di «giustizia» verso la comunità, di rispetto dei «diritti», tanto del produttore quanto del consumatore, che sembrerebbe molto strana al giorno d'oggi. L'opera del conciatore, del bottaio, del calzolaio deve essere «buona ed onesta opera», si scriveva in quel tempo. Il legno, il cuoio o il filo che l'artigiano usava, doveva essere del «buon» legno, del «buon» cuoio o del «buon» filo; il pane doveva essere cotto «con giustizia» e così di seguito. Se trasportiamo questo linguaggio nella nostra vita moderna, sembrerà affettato e poco naturale; ma era naturale e semplice allora, perchè l'artigiano del Medioevo non produceva per un compratore sconosciuto, o per mandare le sue mercanzie su di un mercato sconosciuto. Egli lavorava dapprima per la sua corporazione; per una fraternità di uomini che si conoscevano reciprocamente, che conoscevano la tecnica del mestiere, e che, stabilendo il prezzo di ciascun prodotto, tenevano calcolo dell'abilità spiegata nella fabbricazione e della somma di lavoro che era occorsa.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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