Per l'ordinamento interno di ogni mestiere, la relativa assemblea era sovrana, fin tanto che essa non usurpava i diritti delle altre corporazioni, nel qual caso l'affare era portato davanti alla corporazione delle corporazioni: la città. Ma eravi nella corporazione qualche cosa di più di tutto ciò. Essa aveva il suo proprio potere giudiziario, la sua forza armata, le sue assemblee generali, le sue tradizioni di lotte, di glorie e d'indipendenza, le sue relazioni dirette con le altre corporazioni dello stesso mestiere in altre città; era, in una parola, un organismo completo che esisteva, perchè rappresentava un insieme di funzioni vitali.268
Quando la città prendeva le armi, la corporazione marciava in compagnia separata (Schaar), armata con le sue proprie armi (anche più tardi, dei suoi cannoni, amorosamente ornati dalla corporazione) comandata da proprî capi, eletti da essa. Era un'unità così indipendente nella federazione quanto le repubbliche di Uri o di Ginevra lo erano cinquant'anni fa nella confederazione svizzera. Ne consegue che il paragonare la corporazione ad un sindacato operaio o ad una trade-union moderna, spogli di tutti gli attributi della sovranità dallo Stato e ridotti a funzione d'importanza secondaria, è così poco ragionevole, come paragonare Firenze o Bruges ad un comune francese, vegetante sotto il codice napoleonico, o ad una città russa posta sotto la legge municipale di Caterina II. Tutti e due ànno dei sindaci eletti, e quest'ultima à anche le sue corporazioni di mestiere, ma la differenza è tutta la differenza che c'è tra Firenze e Fontenayles-Oies o Tsarevokokchaisk, od anche tra un doge veneziano ed un sindaco moderno che si toglie il cappello davanti all'impiegato del sottoprefetto.
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