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      271 Accadeva lo stesso un po' dappertutto.
      La libertà non poteva essere conservata con tali vicini, e le città erano forzate a fare la guerra fuori delle loro mura. I borghesi inviavano emissari per sollevare rivolte nei villaggi, ricevevano dei villaggi nelle loro corporazioni e guerreggiavano direttamente contro i nobili. In Italia, dove eravi un grandissimo numero di castelli feudali, la guerra prendeva proporzioni eroiche, ed era condotta con un feroce accanimento da ambo le parti. Firenze sostenne durante settantasette anni una serie di guerre sanguinose al fine di liberare il suo contado dai nobili; ma quando la conquista fu compiuta (nel 1181) tutto era da ricominciare. I nobili si ricollegarono; costituirono le loro leghe in opposizione alle leghe della città, e ricevendo dei nuovi rinforzi sia dall'Imperatore, sia dal Papa, fecero durare le guerre ancora centotrent'anni. Le cose accaddero nello stesso modo a Roma, in Lombardia, in tutta Italia.
      I cittadini spiegarono in queste guerre dei prodigi di valore, d'audacia, di tenacia. Ma gli archi e le asce degli artigiani e dei borghesi non avevano sempre vantaggio negli scontri con cavalieri coperti d'armature, e molti castelli resistettero alle ingegnose macchine d'assedio ed alla perseveranza dei cittadini. Qualche città, come Firenze, Bologna e parecchie città della Francia, della Germania e della Boemia, riuscirono ad emancipare i villaggi circonvicini, e furono compensate dei loro sforzi da una prosperità e tranquillità straordinarie.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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