Ma nelle stesse città, e ancor più nelle città meno forti e meno intraprendenti, i mercanti e gli operai, esausti dalle guerre e ignari dei loro interessi, finirono per firmare dei trattati con i quali essi sacrificavano i contadini.
I signori furono forzati a giurare alleanza alla città; i loro castelli nelle campagne furono demoliti, e dovettero costruire le loro case e risiedere nella città, di cui divennero concittadini; ma conservarono in cambio la maggior parte dei loro diritti sui contadini, i quali non ottennero che un sollievo parziale dalle loro rivendicazioni. I borghesi non capirono che dei diritti uguali a quelli della città potevano essere accordati ai contadini, sui quali dovevano contare per trovare le provvigioni; ed il risultato fu, che un abisso profondo si scavò tra la città ed il villaggio.
In certi casi i contadini cambiarono semplicemente di padrone, perchè la città comperava i diritti dai baroni e li vendeva in parti ai suoi propri cittadini.272 Il servaggio fu mantenuto, e non è che molto più tardi, verso la fine del XIII secolo, che la rivoluzione degli operai cominciò a porvi fine ed abolì il servaggio personale, ma spossessò nello stesso tempo i servi della gleba.273 Occorre aggiungere che i risultati di una tale politica furono ben presto sentiti dalle città medesime; la campagna diventò la nemica della città.
La guerra contro i castelli ebbe un'altra conseguenza fatale. Trasse le città in una lunga sequela di guerre tra loro; e ciò à dato origine alla teoria, in voga fino ai nostri giorni, che le città perdettero la loro indipendenza, a causa delle loro proprie rivalità e delle loro lotte reciproche.
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Occorre
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