Vi fu ancora un'altra causa della rovina delle istituzioni comunali, più profonda ed insieme di ordine più elevato di tutte le precedenti. La storia delle città del Medioevo presenta uno dei più meravigliosi esempi del potere delle idee e dei principî sui destini dell'uman genere, e della differenza assoluta di risultati che accompagnano ogni profonda modificazione delle idee direttive. La fiducia in se stesso ed il federalismo, la sovranità di ogni gruppo e la costituzione del corpo politico dal semplice al complesso, erano le idee direttive del secolo XI. Ma, da quest'epoca, le opinioni erano interamente cambiate. Gli studenti di Diritto romano ed i prelati della Chiesa, strettamente uniti dall'epoca di Innocenzo III, erano pervenuti a paralizzare l'idea - l'antica idea greca - che presiedette alla fondazione delle città. Durante due o trecento anni predicarono dall'alto del pulpito, insegnarono nell'Università, pronunciarono al banco del Tribunale, che occorreva cercare la salvezza in uno Stato fortemente centralizzato, posto sotto un'autorità semi-divina.298 Questo sarebbe un uomo, dotato di pieni poteri, un dittatore, che solo potrebbe essere e sarebbe il salvatore della società; in nome della salute pubblica egli potrebbe allora commettere qualunque specie di violenza: bruciare degli uomini e delle donne sopra il rogo, farli perire con indescrivibili torture, immergere province intere nella più abbietta miseria. E non mancarono di mettere queste teorie in pratica con inaudita crudeltà, dappertutto ove potevano arrivare la spada del re, od il fuoco della Chiesa, o tutti e due insieme.
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